Attorno all’orto

Il Viale dei Tigli

I tigli di questo viale "sembrano nascondersi l'uno dietro l'altro" e hanno rami che, come un baldacchino, si adagiano al suolo in affascinanti cascate.

Il legno del tiglio è chiaro, leggero ma resistente. Le foglie sono larghe, a forma di incantevoli cuori: chissà che non sia questa forma ad aver ispirato fiabe romantiche e nostalgiche in cui, spesso, gli appuntamenti tra fanciulle e cavalieri avvenivano in segreto sotto i rami di questo albero.

Assai diffuso nei parchi e nei cortili delle nobili residenze, nei viali, nelle piazze e nei luoghi di ritrovo dei paesi e delle città, il tiglio in passato è stato l’albero sotto cui si ballava e si festeggiava; nel Medioevo i provvedimenti giudiziari venivano presi sub tilia, sotto il tiglio, attribuendo all'albero l'autorità della verità.

Verso giugno i fiori profumatissimi, gialli o quasi bianchi, attraggono le api: il nettare di questi fiori contiene uno zucchero, il mannosio, che stordisce gli insetti più golosi, che cadono intontiti ai piedi dell'albero.

Hermann Hesse scrive: "Dai vecchi alberi, attraverso le tiepide sere estive, giunge sempre un profumo dolce come il miele"; "inesplicabile, ma familiare all'intuito delle api", scrive Boris Pasternak.

Questa inesprimibile familiarità del profumo del tiglio ritorna nelle parole di Marcel Proust, nella "Recherche": "Quel sapore era quello del pezzetto di madeleine che la domenica mattina a Combray, quando andavo a salutarla nella sua camera, la zia Léonie mi offriva dopo averlo bagnato nel suo infuso di tè o di tiglio".

I tigli di questo viale “sembrano nascondersi l’uno dietro l’altro” e hanno rami che, come un baldacchino, si adagiano al suolo in affascinanti cascate.

Il legno del tiglio è chiaro, leggero ma resistente. Le foglie sono larghe, a forma di incantevoli cuori: chissà che non sia questa forma ad aver ispirato fiabe romantiche e nostalgiche in cui, spesso, gli appuntamenti tra fanciulle e cavalieri avvenivano in segreto sotto i rami di questo albero.

Assai diffuso nei parchi e nei cortili delle nobili residenze, nei viali, nelle piazze e nei luoghi di ritrovo dei paesi e delle città, il tiglio in passato è stato l’albero sotto cui si ballava e si festeggiava; nel Medioevo i provvedimenti giudiziari venivano presi sub tilia, sotto il tiglio, attribuendo all’albero l’autorità della verità.

Verso giugno i fiori profumatissimi, gialli o quasi bianchi, attraggono le api: il nettare di questi fiori contiene uno zucchero, il mannosio, che stordisce gli insetti più golosi, che cadono intontiti ai piedi dell’albero.

Hermann Hesse scrive: “Dai vecchi alberi, attraverso le tiepide sere estive, giunge sempre un profumo dolce come il miele”; “inesplicabile, ma familiare all’intuito delle api”, scrive Boris Pasternak.

Questa inesprimibile familiarità del profumo del tiglio ritorna nelle parole di Marcel Proust, nella “Recherche”: “Quel sapore era quello del pezzetto di madeleine che la domenica mattina a Combray, quando andavo a salutarla nella sua camera, la zia Léonie mi offriva dopo averlo bagnato nel suo infuso di tè o di tiglio”.





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