Il Prato
Il prato centrale del Castello è un prato spontaneo, irsuto e diseguale, che misura circa 30.000 metri quadri, quasi tre campi da calcio.
Non è un prato perfetto e uniforme ma, nelle sue imperfezioni, è la convivenza, sana e poetica, di numerose essenze naturali. Sopporta il secco, è robusto alle malattie, ha un'aria casuale ed estremamente gradevole.
Viene tagliato a fieno diverse volte l'anno: i tagli dipendono dalla siccità o piovosità delle stagioni. Il primo sfalcio, a fine maggio, è legato al momento in cui le specie che lo compongono fioriscono e "vanno a seme". Durante il taglio, infatti, molti semi cadono a terra, garantendo così il rinnovamento del prato.
Intorno alla metà di giugno il prato è nel massimo rigoglio; d'estate, a volte stanco, è tuttavia armonioso con il paesaggio che lo circonda, per tornare improvvisamente di un verde brillante con un temporale o una pioggia intensa.
Come scrive Paolo Pejrone: "È interessante osservare quante specie differenti di piante "erbose" (e non) possano sopravvivere in pochi metri quadri: la loro fragile leggerezza, insieme alle loro rustiche e flessibili tessiture, fa venire una gran voglia di tenere vicino a casa, nel proprio giardino, qualche piccola superficie di prato lasciato incolto, non tagliato".
Il prato del Castello "a fioritura" sembra diventare sempre più bello con il tempo, anno dopo anno. Più viene coltivato, più si stabiliscono rapporti di mutua crescita e di vicendevole conforto.

Il prato centrale del Castello è un prato spontaneo, irsuto e diseguale, che misura circa 30.000 metri quadri, quasi tre campi da calcio.
Non è un prato perfetto e uniforme ma, nelle sue imperfezioni, è la convivenza, sana e poetica, di numerose essenze naturali. Sopporta il secco, è robusto alle malattie, ha un’aria casuale ed estremamente gradevole.
Viene tagliato a fieno diverse volte l’anno: i tagli dipendono dalla siccità o piovosità delle stagioni. Il primo sfalcio, a fine maggio, è legato al momento in cui le specie che lo compongono fioriscono e “vanno a seme”. Durante il taglio, infatti, molti semi cadono a terra, garantendo così il rinnovamento del prato.
Intorno alla metà di giugno il prato è nel massimo rigoglio; d’estate, a volte stanco, è tuttavia armonioso con il paesaggio che lo circonda, per tornare improvvisamente di un verde brillante con un temporale o una pioggia intensa.
Come scrive Paolo Pejrone: “È interessante osservare quante specie differenti di piante “erbose” (e non) possano sopravvivere in pochi metri quadri: la loro fragile leggerezza, insieme alle loro rustiche e flessibili tessiture, fa venire una gran voglia di tenere vicino a casa, nel proprio giardino, qualche piccola superficie di prato lasciato incolto, non tagliato”.
Il prato del Castello “a fioritura” sembra diventare sempre più bello con il tempo, anno dopo anno. Più viene coltivato, più si stabiliscono rapporti di mutua crescita e di vicendevole conforto.