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“E” di estate. Arriva il blu e l’estate.

L’estate è una stagione del giardino, “una”, non “la” stagione.

È il trionfo dell’orto, è quando il giardino restituisce la sua ricchezza.
L’estate è un nodo cruciale, è il momento della verifica: se un giardino è felice, d’estate tutto risponde, tutto cresce, tutto funziona.
È, tuttavia, una stagione in cui il giardino richiede molte attenzioni. L’afa del primo pomeriggio reclama bagnature attente col fresco del mattino o della sera, i temporali arrivano all’improvviso; è la stagione in cui non si semina ma in cui si fanno le talee, in cui la luce, a volte violenta, rende le ombre un rifugio necessario per i vasi e le piante più giovani.
È una stagione bellissima e dura, una stagione con la E, esigente.

 

La mostra “Oltre il giardino. L’abbecedario di Paolo Pejrone“, come il giardino e l’orto, cresce, muta, si evolve attraversando le quattro stagioni, in un ideale contrappunto di pensieri e riferimenti: insieme all’estate è arrivato nelle sale del Castello di Miradolo “Romanzo Blu” di Irma Blank.

La mostra conduce il visitatore in un viaggio “oltre il giardino”, attraverso il pensiero, la filosofia, il “mondo” personale e segreto, di Paolo Pejrone: le parole costruiscono un dialogo immaginario con importanti opere d’arte, da Richard Long a Andy Warhol e Joseph Beuys, da Fortunato Depero a Filippo De Pisis, da Jessie Boswell a Giulio Paolini, da Piero Gilardi a Paolo Paschetto, autore dell’emblema della Repubblica italiana.
Appositamente per una delle sale del Castello, l’artista internazionale Giorgio Griffa ha ideato e realizzato un’opera sul tema della frammentarietà del mondo che ci circonda.

 

“Perché Romanzo Blu”?
Ho indagato gli abissi dell’io, l’archivio individuale e collettivo del passato e del presente, ho interrogato il mondo, il rumore del mondo, scrivendo.
La scrittura nasce nel presente, porta con sé il passato e rimanda al futuro. É un andare con il tempo. Mi accorgevo che scrivevo ed espiravo. Ogni segno corrisponde al ritmo della respirazione, cioè scrivere è essere, e vivere. Non c’è più distanza tra fare ed esistere: si fa perché si esiste. E si esiste facendo.
È entrato in scena il blu, deciso, perentorio. È il colore dell’inchiostro, dell’infinito, dell’utopia. È il colore della scrittura per eccellenza e si condensa nel libro d’artista “Romanzo blu”, un corpo di fogli di carta velina blu. È il trionfo del blu che rimanda a tutto l’inchiostro versato nei secoli e apre all’immensità degli spazi, all’infinito”.
Irma Blank

Roberto Galimberti

 

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