La mostra “Informale. Da Burri a Dubuffet, da Jorn a Fontana”
Ha preso avvio lo scorso 6 aprile un nuovo progetto espositivo al Castello di Miradolo, a San Secondo di Pinerolo (TO), dedicato al tema dell’informale nell’arte internazionale. La grande mostra, dal titolo Informale. Da Burri a Dubuffet, da Jorn a Fontana, è presentata dalla Fondazione Cosso e curata da Francesco Poli. Per questo importante evento, il progetto artistico Avant-dernière pensée di Roberto Galimberti dedica alla mostra una inedita installazione sonora. La Fondazione Cosso, con Avant-dernière pensée, dà nuovamente vita, nelle sale, allo speciale allestimento didattico Da un metro in giù, che ha già accompagnato, con grande successo, le precedenti esposizioni.
Fino al 14 luglio, al Castello di Miradolo, oltre 60 opere dei grandi protagonisti dell’informale accompagnano il visitatore tra dipinti, disegni e sculture, in un percorso suggestivo attraverso le riflessioni artistiche nate dopo il secondo conflitto mondiale, tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, quando gesto e materia divengono protagonisti di una nuova visione del mondo.
Il percorso espositivo si sviluppa attraverso 12 sale, in cui sono esposte opere che documentano le ricerche informali in Europa, quelle dell’espressionismo astratto americano e quelle in Giappone.
Per ciò che riguarda il contesto europeo si va dai protagonisti attivi a Parigi, come Dubuffet, Fautrier, Mathieu, De Staël, Hartung, Van Velde, Tàpies, Vieira da Silva, agli esponenti del Gruppo Cobra, come Jorn, Appel e Alechinsky, fino ai principali esponenti italiani, tra cui Fontana, Burri, Capogrossi, Vedova, Turcato, Moreni, Morlotti, Tancredi e Novelli.
Un focus speciale è dedicato alla vitale scena artistica torinese degli anni Cinquanta e Sessanta attraverso la presentazione di opere di Spazzapan, Gribaudo, Gallizio, Merz, Garelli, Ruggeri, Galvano e Carol Rama. L’espressionismo astratto americano è ben rappresentato da notevoli dipinti di Gorky, Hofmann, Tobey, Bluhm e Sam Francis. E infine, di particolare interesse, sono gli artisti informali giapponesi, dal Maestro del Gutai Motonaga, ad altri esponenti informali come Onishi, Imai, Domoto e Teshigahara, che il critico Michel Tapié aveva presentato in mostra a Torino.
In occasione della mostra, Avant-dernière pensée propone al pubblico una propria riflessione musicale sul tema dell’informale attraverso un’inedita installazione sonora che accompagna la visita. Le opere esposte trovano un ideale controcanto nelle armonie, nei suoni, nei rumori, nelle linee vocali e strumentali di tre autori che, tra gli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, hanno sperimentato, ciascuno con il proprio linguaggio, la materia sonora. Dialogano tra loro le esperienze musicali di Dubuffet, un’esplorazione curiosa delle possibilità della registrazione, Miles Davis, in Kind of blue, uno dei dischi capitali nell’evoluzione del linguaggio del jazz, e la voce di Cathy Berberian nelle Folk Songs di Luciano Berio, tra melodie antiche da ogni parte del mondo e sonorità nuove.
Lo speciale allestimento didattico Da un metro in giù si conferma come novità nel panorama espositivo: nato per suggerire al pubblico differenti prospettive di fruizione dell’opera d’arte e degli spazi museali, rivoluziona la relazione con l’oggetto esposto e con il suo contesto. I visitatori di ogni età trovano, nelle sale, spunti di approfondimento e di gioco, in continuità con lo spirito che anima le opere, e sono invitati ad adottare lo “sguardo di un bambino”: mettere alla prova i cinque sensi e liberare la curiosità.
Integrano l’esperienza di scoperta una sala didattica e un piccolo libro con ulteriori giochi e approfondimenti che dialoga con l’allestimento ed è disponibile presso la biglietteria.
In occasione della mostra Informale. Da Burri a Dubuffet, da Jorn a Fontana è stato realizzato un catalogo, a cura di Francesco Poli e Paola Gribaudo, edito da GLIORI Editori.
Il visitatore può richiedere il servizio di audio guida per la visita della mostra, realizzato con i contributi del curatore Francesco Poli.