5 alberi del Parco sono stati riconosciuti come Alberi Monumentali e inseriti nell’Albo Pretorio Nazionale. Sono piante speciali, alcune nascoste tra le tante specie del Parco, ma una volta individuate, indimenticabili: un esemplare di carpino bianco, dal tronco che ricorda un antico merletto; il tasso, l’albero qui più antico; il Ginkgo biloba, un esemplare femmina all’ingresso del parco; il cipresso calvo che cresce accanto all’orto e il liriodendro, l’esemplare più alto di tutti.
Un maestoso esemplare centenario accoglie i visitatori nella corte di accesso al Castello, al confine con la radura degli alti cipressi calvi.
Le origini del Ginkgo Biloba risalgono a 250 milioni di anni fa, tanto da essere considerato un fossile vivente, e anche simbolo di speranza in Giappone, dove solo sei esemplari di Ginkgo sopravvissero all’attacco nucleare di Hiroshima. Le sue meravigliose e curiose foglie a ventaglio in autunno si colorano di giallo intenso e cadendo formano un poetico tappeto dorato.
Origine: Provincia di Zhejiang, Cina.
Tre antichi esemplari di cipresso calvo crescono all’ingresso del Parco dove, fino al secolo scorso, compariva un laghetto, magico angolo di loisir per la famiglia proprietaria.
Così chiamato perché in autunno si tinge di rosso bruno, per poi perdere tutti i suoi aghi, il Taxodium distichum è una conifera decidua, che ama i luoghi paludosi e umidi. Le sue particolari radici aeree spuntano dal terreno e sono dette pneumatofori. Un quarto tassodio, il più alto e maestoso, è visibile nei pressi della corte rustica, affacciato sul grande prato centrale.
Origine: Stati Uniti occidentali.
Il tasso che cresce accanto al portico del Castello, è il più antico albero del Parco. Oltre al tronco, che ricorda l’intreccio di una corda, i possenti rami si aprono espandendo la chioma come un grande ombrello.
Il nome comune deriva dal greco tóxon che significa arco/freccia, e l’appellativo di Albero della morte nasce dal suo impiego nella realizzazione di dardi velenosi e dalla sua caratteristica tossicità.
Origine: Nordafricana e Euroasiatica.
Il carpino bianco è una specie tipica dei boschi della Pianura Padana. Nel Parco ne crescono diversi esemplari, alcuni secolari: il più particolare è nascosto nel Boschetto dei faggi, con il tronco traforato come un merletto.
Per secoli il carpino fu considerato il parente povero del faggio, tanto che nei giardini non faceva quasi capolino perché così diffuso in natura da apparire poco sofisticato. Eppure quel tronco non perfetto, un po’ irregolare, le foglie lucide e profondamente incise dalle nervature avevano qualcosa di speciale, e il carpino entrò trionfante nei giardini, diventando una delle specie più diffuse.
Origine: Europa (Gran Bretagna compresa) e Asia minore
Tra i giganti verdi del Parco primeggia il liriodendro, detto Albero dei tulipani, per la caratteristica forma dei fiori a calice.
Per lungo tempo l’albero più alto del Parco è stato la sequoia fino a quando, precipitata la sua punta a causa di un fulmine, ha ceduto il primato proprio al liriodendro, alto oltre 40 metri.
Le foglie, larghe e lunghe, a quattro lobi, in autunno si accendono di toni vivaci prima di cadere e mischiarsi a quelle del faggio che cresce nei pressi.
Origine: Stati Uniti orientali.